Aprea: la Lombardia apripista per la ricerca

Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e il ministro Francesco Profumo hanno illustrato questa mattina a Milano gli esiti del bando di invito a presentare progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nei settori strategici di Regione Lombardia e del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, lanciato congiuntamente a luglio 2011 (decreto n. 5485 del 21 giugno 2012). Sono state illustrate le recenti iniziative lanciate dal MIUR e da Regione Lombardia a sostegno della Politica di Ricerca e Innovazione, in particolare “l’Avviso per lo sviluppo e potenziamento dei Cluster Tecnologici Nazionale”, “l’Avviso per la presentazione di idee progettuali per Smart Cities and Communities and Social Innovation” e “l’Invito a presentare candidature da parte di aggregazioni per partecipare a iniziative di Regione Lombardia e MIUR”.

Nel suo intervento l’Assessore all’istruzione Valentina Aprea ha sottolineato quattro punti:

1)      la positività del rapporto tra università, ricerca e impresa: un bando da 29 milioni di euro e un accordo con le 12 università lombarde teso a favorire progetti di ricerca applicata che prevedessero raccordi specifici tra università ed impresa, ha consentito l’avvio di 54 programmi, declinati in 563 progetti di ricerca che coinvolgono più di 1000 ricercatori (il 74% giovani sotto i 35 anni) su progetti che spaziano su tutti i temi del mondo accademico e industriale quali per esempio in materia edilizia, progetti su materiali, strutture, tecnologie sostenibili ed ecocompatibili in materia ambientale, gestione e il trattamento di rifiuti solidi, l’inquinamento atmosferico; i veicoli utilitari; l’efficienza energetica degli edifici nell’ambito di agglomerati urbani; in materia medica, progetti di sviluppo e applicazione di tecnologie avanzate per la medicina in campo oncologico e neurologico. Attualmente sono attive più di 300 convenzioni tra Università e le imprese.

2)      L’importanza delle reti tra poli formativi e professionali da una parte e filiere produttive dall’altra anche in un’ottica di ricerca,  con laboratori messi a disposizione ad imprese università e enti di formazione non solo in un ottica didattica ma  anche di sperimentazione. Ciò consente fra l’altro una riduzione del disallineamento tra filiere produttive e filiere formative individuando per aree omogenee, a livello regionale, le connessioni possibili tra ricerca, impresa e sistema educativo. In questa direzione si è mosso il Politecnico di Milano con la creazione del polo di Lecco.

3)      Il varo degli ITS, che in Lombardia si sono avviati in modo promettente e costituiscono un tentativo virtuoso e riuscito  di fare in modo che una formazione alta, terziaria, possa diventare un luogo anche di ricerca ed innovazione. Il partenariato della Fondazione che deve tenere insieme impresa, ente di ricerca, università e ente di formazione  è un elemento qualificante di questi  percorsi e rappresenta anche plasticamente l’importanza di tenere insieme la formazione e la ricerca. Su questa partita sono stati  investite   risorse  regionali e statali per circa 5 milioni di euro.

4)      La disponibilità per la ricerca lombarda di giovani ricercatori eccellenti impegnati su sperimentazioni innovative. Per favorire  questo processo è stato sottoscritto un accordo il 29 giugno scorso tra Regione Lombardia e Fondazione Cariplo che mette a disposizione del territorio altri 9 milioni di euro anche per aumentare l’attrattività delle attività di ricerca agli occhi dei giovani.