Anche sulla Fase C l’incognita ‘supplenze’

Da oggi, lunedì 21 settembre, le istituzioni scolastiche avranno due settimane di tempo (termine 5 ottobre) per segnalare il proprio fabbisogno per il potenziamento dell’organico.

Spetterà ai capi d’istituto, possibilmente d’intesa con gli organi collegiali d’istituto, richiedere agli Uffici scolastici regionali i docenti che servono per conseguire obiettivi di potenziamento dell’offerta formativa: una anticipazione di quanto avverrà dal prossimo anno con il Piano triennale.

A disposizione (sulla carta) 48.812 docenti che entreranno in ruolo secondo il piano straordinario di assunzione previsto dalla legge 107/15.

Si tratta di una risorsa notevole (quasi 50 mila docenti) che, però, potrebbe risultare per ora virtuale, a causa dell’effetto supplenza che già nella fase B ha funzionato da salvagente per la maggior parte dei nominati in ruolo, scongiurando l’emigrazione di massa.

In proposito non si conoscono dati certi, ma, sulla base di quanto reso pubblico da alcuni uffici scolastici regionali (Lazio, ad esempio), quasi l’85% degli immessi in ruolo è rimasto sulla sede scelta come supplente nella propria provincia.

Se l’effetto supplenza-salvagente si replicherà anche nella fase C per l’organico potenziato, potrebbero essere fino a 40 mila i docenti-supplenti-in ruolo che avranno diritto di rimanere a casa loro nella sede scelta.

A differenza di quanto avvenuto nella fase B dove i supplenti-in ruolo sono stati sostituiti da altri supplenti normali, nella fase C per quest’anno, i posti vuoti dovrebbero rimanere tali senza essere coperti con supplenze. E l’organico potenziato rischia di essere per quest’anno solo… potenziale.