Tuttoscuola: Non solo statale

Anche la Fism chiede parità di opportunità per i docenti non statali

La legge 62/2000 richiede alle scuole non statali il possesso di otto requisiti di base per ottenere la  parità scolastica. Tra questi ve n’è uno che riguarda gli insegnanti per i quali serve l’abilitazione.

Fino a qualche mese fa i critici della parità ritenevano di avere individuato proprio sull’abilitazione il vulnus del sistema paritario sostenendo che, in particolare nelle scuole dell’infanzia, sono a migliaia le insegnanti prive di un’abilitazione vera e propria, docenti di seconda serie, a causa di un titolo di studio  non appropriato (il vecchio diploma magistrale).

Nell’aprile scorso, però, il Consiglio di Stato, riconoscendo piena validità abilitante al diploma di magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001-02, ha restituito, almeno formalmente, parità anche alla funzione docente esercitata nelle scuole statali.

Considerata sotto questo aspetto, la richiesta della Fism (Federazione Italiana delle Scuole Materne) di assicurare parità di opportunità per i docenti delle scuole non statali non è certamente peregrina, soprattutto se riferita all’aggiornamento.

La Fism non esita a parlare di discriminazione e chiede al Governo di estendere ai docenti con contratto a tempo indeterminato delle scuole paritarie le provvidenze previste per i docenti delle scuole statali o, in alternativa, “di prevedere interventi equipollenti per sostenere, anche economicamente, l’attività di formazione in servizio del personale docente delle scuole paritarie”.

L’estensione tout court del bonus di 500 euro non può che avvenire per via legislativa mediante una  integrazione della legge 107/15.

Ma anche i richiesti ‘interventi equipollenti’ richiedono forse una legittimazione legislativa. Ma se si vuole… 

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