Alternanza: come gestire 150 milioni di ore l’anno?

L’obbligo dell’Alternanza Scuola Lavoro (ASL) istituito dalla Legge 107/2015, art. 1 c. 33, e quantificato in 200 ore per i licei e 400 ore per gli istituti tecnici e professionali a consuntivo del primo anno di attuazione non trova in molti contesti un’adeguata realizzazione e si sta rivelando un carico di lavoro decisamente frustante per gli insegnanti e perfino per i dirigenti scolastici.

Premesso che non si può non valutare con interesse che l’istituzione scuola e il mondo del lavoro dialoghino si ha l’impressione che i parlamentari che hanno approvato, e il governo che ha fortemente voluto, questo obbligo e che lo hanno, soprattutto, quantificato non avessero ben presente i numeri del fenomeno a regime.

Vediamo quali sono questi numeri. Dai dati del MIUR per l’a.s. 2015/16 (dal comunicato sul sito del MIUR del 18 ottobre 2016) risulta che nel primo anno di attuazione dell’obbligo riferito alle sole classi terze dei licei e degli istituti tecnici e professionali gli studenti coinvolti siano stati 455.062 (il numero di 652.641 che si trova nel comunicato somma anche gli studenti coinvolti nei “progetti” ancora in corso, ma in esaurimento, per le classi quarte e quinte). Nell’a.s. 2016/2017 si sono aggiunti tutti gli studenti delle classi terze di questo anno e, a regime, nel 2017/18 si aggiungeranno quelli delle classi terze dello stesso anno.

Quindi, il prossimo anno le scuole italiane dovranno predisporre percorsi di ASL per ben 1.500.000 studenti. Di questi circa il 50% frequenta i licei e hanno l’obbligo di 200 ore in tre anni, che moltiplicate per 750.000 studenti fanno circa 150.000.000 (150 milioni) di ore. A queste si devono aggiungere le ore degli studenti dei tecnici e professionali, anche qui 750.000 per 400 ore che danno 300.000.000 (300 milioni) di ore. Nel triennio 2015-18 dovranno essere organizzati dalle scuole percorsi di ASL per 450.000.000 (450 milioni) di ore, cioè una media di 150.000.000 (150 milioni) di ore ogni anno.

Non c’è chi non si avveda che il compito sarebbe improbo anche per sistemi scolastici ben meglio attrezzati del nostro.

Considerato che nel sondaggio commissionato dalla Gilda degli Insegnanti alla SWG di Trieste l’ASL era l’attività meno avversata della legge 107/2015, infatti aveva il gradimento del 67% dei docenti, ma che questo gradimento era subordinato alle modalità con le quali veniva organizzata questa attività, credo che, come già fatto per il CLIL, sia necessario graduare nel corso dei prossimi anni l’introduzione dell’ASL togliendo subito il vincolo delle 200 e 400 ore e lasciando autonomia alle istituzioni scolastiche di quantificare le attività.

Gianluigi Dotti, responsabile del Centro studi della Gilda degli Insegnati