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Allergie, bimbi a rischio, soprattutto a scuola

Sono aumentate di sette volte negli ultimi dieci anni le reazioni allergiche che potrebbero essere letali nei bambini, come l’anafilassi. E un terzo degli shock allergici nei bambini si manifestano per la prima volta a scuola con insegnanti largamente impreparati. Più a rischio le uova, il latte di mucca e le noccioline.

L’Accademia Europea di Allergia e Immunologia Clinica (EAACI) ha lanciato una campagna contro le allergie alimentari il cui scopo è quello di aumentare la consapevolezza circa il rapido aumento degli episodi di anafilassi nei bambini, una reazione allergica severa e potenzialmente a rischio morte, educando le persone a riconoscere i sintomi e ciò che li provoca oltre che insegnando gli interventi in emergenza come ad esempio l’utilizzo della penna adrenalinica.

Il primo elemento di questa campagna – spiega Cezmi Akdis, Presidente EAACI – è il lancio degli Standard minimi internazionali per i bambini allergici a scuola che stabilisce i requisiti di base per la sicurezza . Un terzo di tutte le reazioni allergiche più gravi si verifica durante le ore scolastiche dove i bambini sono esposti a nuovi cibi e al rischio di venire a contatto con alimenti che potrebbero scatenare queste reazioni“.

Più di 17 milioni di persone in Europa soffrono di allergie alimentari, di questi, 3,5 milioni hanno meno di 25 anni. L’aumento più rapido di episodi allergici si registra nei bambini e nei giovani, specialmente riguardo le reazioni più gravi che si manifestano in gran numero nei più piccoli.

Nell’Europa continentale la forma di allergia alimentare più diffusa nei bambini è quella da uovo, da latte di mucca e da noccioline, mentre negli adulti è rappresentata da frutta fresca, noccioline e verdura. In Gran Bretagna noci, nocciole e arachidi rappresentano la minaccia principale e causano il 50% di tutte le reazioni allergiche più importanti. In Scandinavia e nell’Europa del Nord prevale l’allergia a crostacei e merluzzo. In tutta Europa le allergie alimentari rappresentano la causa principale di anafilassi nei bambini fino a 14 anni.

La campagna ha anche lo scopo di marcare la differenza tra intolleranze e allergie alimentari. Le intolleranze alimentari – spiegano gli specialisti – non coinvolgono direttamente il sistema immunitario, pertanto non possono essere misurate tramite il test per le allergie.

L’intolleranza al lattosio è un’ipersensibilizzazione non allergica e le reazioni agli additivi alimentari sono per lo più non allergiche. In generale, i sintomi della ipersensibilizzazione non allergica sono più lievi e pertanto raramente comportano reazioni letali.

La campagna EAACI sulle allergie alimentari coinvolgerà le autorità europee anche con l’intento di migliorare le etichette alimentari e facilitare l’accesso ai trattamenti anafilattici d’emergenza.

Alcuni alimenti – sottolineano gli esperti – riportano l’etichetta  “Può contenere arachidi “ o  “ Può contenere latte “. Si tratta però di etichette non regolamentate e utilizzate dai produttori di loro iniziativa. Inoltre, la dicitura  “Può contenere “ rappresenta in realtà diversi livelli di contaminazione e quindi anche diversi livelli di rischio.

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