Tuttoscuola: Non solo statale

Accordi regionali sugli Istituti professionali, la posizione della Cisl Scuola

Abbiamo pubblicato in un altro articolo (Accordi sugli Istituti Professionali in sei Regioni) la delibera della Giunta Regionale del Lazio e l’accordo attuativo intervenuto tra la Regione e il MIUR (Ufficio Scolastico Regionale) relativo all’offerta formativa sussidiaria degli Istituti Professionali di Stato nei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale di competenza regionale. Come è noto, dopo la riforma del Titolo V della Costituzione attuata con la legge costituzionale n. 3 del 2001, le Regioni hanno acquisito competenza esclusiva in materia di istruzione e formazione professionale e, di conseguenza, nel rilascio delle qualifiche triennali, che solo in regime di sussidiarietà gli Istituti Professionali di Stato hanno potuto continuare a conferire nel decorso anno scolastico 2009/10.

L’accordo tra USR e Regione istituisce anche nel Lazio, sulla base delle deliberazioni assunte in sede di Conferenza Unificata del 16 dicembre 2010, il modello dell’offerta sussidiaria della tipologia “A”, prevista nelle linee guida emanate dalla Conferenza stessa. In sostanza, gli alunni che si iscrivono ai percorsi quinquennali dell’istruzione professionale statale possono conseguire anche la qualifica triennale regionale. A tal fine, i Consigli di Classe, nella propria autonomia, organizzano i curricoli in modo da consentire agli allievi la contemporanea attuazione dei due percorsi.

Termina così l’esperienza dei corsi triennali integrati tra formazione professionale regionale e istruzione professionale di Stato, che aveva fatto registrare nel Lazio, come in tutto il Paese, un crescente successo. Al modello dell’integrazione tra le due esperienze si sostituisce ora quello competitivo, o quanto meno non cooperativo.

La Cisl Scuola ha sottolineato nelle sedi deputate che ciò può determinare crisi occupazionale nel settore della Formazione Professionale, incoraggiato in questi anni ad espandersi in relazione all’incremento della domanda.

Il banco di prova sarà costituito, secondo la Cisl Scuola del Lazio, dall’andamento delle iscrizioni appena concluse, circa le quali la Cisl Scuola ha sostenuto la necessità che i centri di formazione professionale possano disporre di tempi più distesi, poiché l’utenza della formazione professionale giunge ad essa, in gran parte, in esito all’andamento negativo del percorso scolastico prescelto. Laddove non si tenesse conto di ciò, si rischia, oltre i riflessi occupazionali cui si è fatto cenno, di non poter oggettivamente disporre del canale formativo, quale efficace strumento di recupero del drop out scolastico.

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