AAA. Soluzione quota 96 cercasi

L’estate fu piena di lampi… di speranza per quattromila insegnanti costretti a restarsene in servizio per una svista della legge Fornero. La storia è nota (e tormentata): un emendamento alla riforma della PA ne aveva prospettato il pensionamento al 1° settembre.

Ma i calcoli di spesa del Miur erano stati corretti dalla Ragioneria dello Stato che li aveva ritenuti eccessivi e non compatibili con le disponibilità di bilancio, costringendo il Governo a cancellare l’emendamento bipartisan con conseguente delusione degli interessati, crisi dei parlamentari relatori e maretta in casa PD.

Delusione e comunicati fortemente critici anche da parte dei sindacati della scuola che con la soluzione del problema dei quota 96 speravano di ottenere due piccioni con una fava: il pensionamento dei prof dimenticati dalla Fornero e 4mila posti lasciati liberi per altrettante immissioni in ruolo.

Il premier aveva colto appieno il momento critico per il Governo e per il suo partito, e si era affrettato a gettare acqua sul fuoco promettendo una soluzione a fine mese, probabilmente in occasione della presentazione del piano sulla Buona Scuola.

Trascorso inutilmente l’ultimo giorno utile (31 agosto) per il pensionamento in extremis, si è capito che la soluzione sarebbe arrivata con comodo in un altro momento.

La scena se l’è presa la Buona Scuola e il problema ha perso intensità e sostegni. Il sindacato, ad esempio, sembra avere altro a cui pensare, anche perché l’effetto occupazionale di 4mila posti liberati dai pensionati – principale obiettivo della rivendicazione – sembra ora riassorbito interamente dal piano di stabilizzazione previsto dalla Buona Scuola.

I docenti di quota 96 dovranno aspettare la prossima finestra, non prima del prossimo anno scolastico. Un altro rinvio comporterebbe la soluzione per via naturale.

Nell’attesa, però, il posto di lavoro quei 4mila ce l’hanno.