Ddl timido, ma la delega potrebbe rimediare

Da Francesco Butturini, dirigente scolastico a riposo, riceviamo una riflessione critica sul Ddl Buona Scuola che volentieri pubblichiamo come contributo al dibattito.

Invitiamo altri lettori interessati a intervenire sul tema, o a offrire nuovi spunti di dibattito, a scriverci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

 

      Io credo che quegli onorevoli che nella varie interviste affermavano che il maxiemendamento sulla Buona Scuola non ha cambiato nulla se non qualche virgola del DDL, non abbiano letto nessuno dei due testi,e, come tanti sindacalisti e contestatori (che si rivedranno a settembre perché, evidentemente, dopo tante manifestazioni e tanti scioperi devono riposarsi anche loro i due sacrosanti mesi dei vacanza dei docenti) si oppongono e dicono di no a prescindere.

     Il maxiemendamento approvato al senato ( e sarà più facilmente approvato alla Camera), composto di 209 commi stilati in perfetto burocratese, non solo non cambia se non qualche virgola, ma, a mio avviso, annacqua abbondantemente il testo di riferimento.

     Infatti i punti salienti che riguardano il preside sono del tutto scomparsi: il preside ora (commi 77-85) definisce e propone e tocca al collegio docenti elaborare e al consiglio di istituto approvare il piano triennale delle attività didattiche. Propone le assegnazioni di cattedra che il docente può accettare come non accettare. Rimane responsabile di tutto, senza avere la possibilità di dirigere, nel rispetto del confronto e del dialogo: può solo di fatto accompagnare l’azione dei colleghi. È’ ancora, insomma, un primus inter pares.

     Continuo a pensare che ai sindacalisti seri ( sono sicuro esitano anche nel mondo scolastico) andava molto meglio un preside manager, perché era chiaro con chi dovevano trattare, concordare, concludere accordi.

     Scomparsa completamente ogni vera autonomia didattica, anche se si fa per due volte riferimento alla legge 15 marzo 1997 n. 59 (è la famosa Bassanini sull’autonomia delle istituzioni scolastiche) e al D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275: la carta costituzionale dell’autonomia scolastica. Ma l’autonomia si verifica nella ricerca autonoma, mentre adesso tutto, alla fine, viene  deciso a livello regionale o provinciale (con la benedizione finale del ministero), perché, quando ripetutamente si afferma che i nuovi percorsi e l’applicazione delle quote di autonomia disciplinare (fino al 20%) non possono comportare oneri aggiuntivi (significa posti aggiuntivi), equivale a confermare quanto già avviene dal 2001.

      Di nuovo: rimangono l’obbligo di formazione in servizio e l’aggiornamento – non più diritto dovere, come nell’attuale contratto, ma dovere – la valutazione dei docenti e la valutazione dei dirigenti.

      Per i docenti rispunta l’attuale comitato di valutazione per la conferma in ruolo dopo l’anno di prova, e per le altre valutazioni viene indicato un comitato formato da tre  docenti un genitori e uno studente (per le superiori; due genitori per scuole elementari e medie)e un esperto esterno. Presieduto dal preside che non mi sembra abbia particolari poteri.

      La presenza di tre docenti sarà appannaggio dei sindacati con quanto ne consegue.   

     Per lo studente: staremo a vedere se la sua scelta sarà definita in maniera sufficientemente seria: ad esempio solo studenti con alte medie scolastiche (non bisognosi, quindi, e non rancorosi). E per il genitore?

     Per la verifica del dirigente, andando oltre l’ambiguità del testo, credo si faccia riferimento al corpo dei dirigenti tecnici (gli ispettori, per intenderci) che comprende circa 200 persone, le quali, quindi, oltre ai normali compiti di vigilanza (assai gravosi e complessi) dovrebbero essere in grado di valutare oltre 10 mila dirigenti. In alcune regioni i dirigenti tecnici sono in numero ridottissimo: come faranno?

      C’è una via d’uscita, un possibile percorso di recupero: i commi 177, 178, 179 che attribuiscono al governo il potere di delega entro diciotto mesi dall’approvazione della legge. Una delega ampia, particolareggiata che, speriamo, potrebbe permettere un recupero delle novità dell’originario DDL sulla Buona Scuola.

     Non c’è che sperare che questo governo duri diciotto mesi e che gli addetti ai lavori non abbiano  più le paure e le timidezze che hanno condotto a questo maxiemendamento, così politichese, così concordatario!

Francesco Butturini