I genitori e la valutazione dei docenti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’email di Giuseppe Richiedei sul tema dei genitori e della valutazione dei docenti.

Invitiamo altri lettori interessati a intervenire sul tema, o a offrire nuovi spunti di dibattito, a scriverci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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Il confronto tra sindacati e Governo sta toccando gli aspetti centrali della valutazione dei docenti e del ruolo che genitori e studenti possono avere in tale valutazione. Nel Disegno di legge, approvato dalla Camera, si prevede che:” Il comitato ha durata di tre anni scolastici, è presieduto dal dirigente scolastico ed è costituito dai seguenti componenti individuati dal consiglio di istituto: a) due docenti dell’istituzione scolastica; b) due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione; un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione” (art.11)

Si può prevedere che  l’approvazione al Senato sarà irto di ostacoli e di resistenze corporative che, da sempre, si sono opposte alla trasparenza, alla valutazione e, soprattutto nel riconoscere ai genitori la possibilità di esprimere il loro giudizio sul servizio scolastico ricevuto. Un diritto ribadito, invece, dal Primo Ministro:  ”E’ davvero un paradosso, quello di una scuola nella quale si danno i voti a tutti, ma non alla qualità dell’insegnamento … occorre valutare e incentivare gli insegnanti con l’attribuzione di un premio economico annuale agli insegnanti migliori”. Si tratta di una novità assoluta: coinvolgere i genitori, superando un pregiudizio radicato, secondo cui essi sono “incompetenti” per valutare gli insegnanti e le metodologie didattiche. Il parere dei genitori e degli studenti si basa, viceversa,  sul principio della “reputazione” di cui gode il docente. La loro opinione su di lui costituisce un elemento importante nella valutazione del merito, accanto a quella dei colleghi e del dirigente. In questo modo si ”favorisce l’emersione in trasparenza di quanto i genitori comunque pensano dei propri docenti. Si conferma la validità della affermazione di  Aristotele che definiva la qualità  come “la caratteristica più vicina all’attesa del soggetto”, come dire che per qualità educativa si intende quanto risponde meglio alle attese dei ragazzi e dei genitori. 

Concetto, questo, che dovrebbe presiedere anche all’autovalutazione che le scuole stanno avviando in queste settimane in tutti gli istituti. La circolare ministeriale precisa che  “ è opportuno che il dirigente scolastico operi in modo da favorire e sostenere il coinvolgimento diretto di tutta la comunità scolastica, anche promuovendo momenti di incontro e di condivisione degli obiettivi e delle modalità operative dell’intero processo di autovalutazione”. Quindi  i genitori, facendo parte della comunità scolastica, dovrebbero essere coinvolti, coerentemente all’indicazione  che “il Sistema Nazionale di Valutazione abbia come fine il “miglioramento della qualità dell’offerta formativa e degli apprendimenti” e che la qualità esiga necessariamente  il coinvolgimento dei fruitori del servizio scolastico: studenti e famiglie”.

Se la scuola è intesa come “servizio agli studenti ed alle famiglie” allora diventa consequenziale la necessità di un loro coinvolgimento attivo per recepirne le esigenze, per verificarne il consenso, per conseguirne la soddisfazione, per valorizzarne gli apporti collaborativi. Si potrebbe delineare  un nuovo modo di vivere e interpretare la partecipazione dei genitori: non più formale e inefficace, ma concreta ed incisiva, dove i genitori non sono solamente i co-educatori e i concittadini dei docenti, ma diventano il riscontro indispensabile di verifica della qualità del servizio scolastico, che non sia solo dichiarata dagli addetti ai lavori, ma che sia anche percepita dai destinatari del servizio. http://bit.ly/1z4O84k

Giuseppe  Richiedei