Nuovi esodati della scuola. La Lega scende in campo

Tuttoscuola è intervenuta più volte sulla questione dei nuovi esodati, cioè quelle persone che nel mondo della scuola non potranno più lavorare – secondo il ddl di cui al C. 2994 presentato alla Camera – per avere lavorato 36 mesi e più. Sono 60 mila, in base ai calcoli di Tuttoscuola, tra docenti, personale Ata e docenti infanzia iscritti nelle GAE.

Le ripetute segnalazioni hanno attirato l’attenzione, per il momento, del mondo politico, come dimostra il comunicato stampa della Lega.

«Il ddl Buona Scuola di Matteo Renzi crea decine di migliaia di “esodati” tra gli insegnanti, come già non ne avesse generati a sufficienza la legge Fornero. E colpisce quelli con più esperienza, oltre che spesso con maggiori titoli. Una tale dispersione di professionalità è contro gli interessi della scuola. Se ne dovrà quindi tener conto quando si metterà mano al reclutamento, che dovrà essere basato concretamente sul merito». Lo afferma Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione della Lega Nord.

«L’articolo 12 della riforma – spiega Pittoni – prevede che i contratti a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili non possano superare la durata complessiva di 36 mesi, anche non continuativi.

Questo per non entrare in contrasto con una sentenza della Corte europea (che però ha valore solo in assenza di regolari e periodici concorsi), la quale ha fissato a 36 mesi il limite oltre il quale si deve assumere. Ciò significa che gli insegnanti con tre anni di servizio non potranno lavorare l’anno prossimo.

Al loro posto saranno chiamati docenti con non più di due anni di servizio che, dopo il terzo anno, a loro volta non potranno più essere nominati, e così via. Pure il Fondo di 10 milioni, previsto al secondo comma dell’art. 12 al fine di fronteggiare sentenze per il risarcimento dei danni conseguenti alla reiterazione di contratti a termine oltre i limiti ammessi, non è destinato a loro, riguardando solo le situazioni pregresse.

Si prospetta dunque per gli insegnanti interessati un’autentica emergenza sociale. E come nel caso degli esodati della Fornero – conclude Pittoni – il Governo di centrosinistra non sembra rendersene conto».