Graduatorie di merito, una ‘deroga’ per non assumere gli iscritti

Gli idonei, in quanto idonei, non possono essere assunti, altrimenti gli idonei si chiamerebbero vincitori di concorso, quindi restano fuori dalle assunzioni“. È con questa frase tagliente che il premier Matteo Renzi, nella conferenza stampa di giovedì 12 marzo successiva al Consiglio dei Ministri che ha approvato il ddl sulla buona scuola, ha motivato l’esclusione di buona parte degli iscritti nella graduatorie di merito del concorso pubblico a cattedre del 24 settembre 2012 dal piano assunzionale straordinario.

Questa esclusione ci stupiva, poiché ci chiedevamo come fosse possibile contravvenire contemporaneamente al Testo Unico che prevede l’assunzione dei candidati per il 50% dalle Graduatorie a Esaurimento e per l’altro 50% dalle graduatorie concorsuali o di merito, al decreto ministeriale n. 356 del 23 maggio 2014 sullo scorrimento delle graduatorie che equiparava gli appartenenti alla medesima graduatoria di merito, alla legge 30 ottobre 2013, n. 125 (il cosiddetto Decreto D’Alia, ma in questo caso la sua applicabilità alla scuola è controversa, ancorché ribadita dal Ministero nel D. M. n. 356 appena citato) che impone di esaurire le graduatorie vigenti prima di indire nuovi concorsi, e alla durata triennale delle graduatorie concorsuali prevista ancora dal Testo Unico (decorrente dal 2013 al 2014 a seconda delle Regioni e delle classi di concorso).

Lo strumento proposto dal Consiglio dei Ministri è quello della deroga alla legge (nel caso specifico al Testo Unico), con la quale si intende limitare lo scorrimento della graduatoria di merito concorsuali al solo residuo delle 11.542 cattedre menzionate nel bando di concorso ancora da assegnare, e sopprimere questa graduatoria immediatamente dopo, e quindi fare in modo che le graduatorie di concorso riprendano ad avere durata triennale.

In questa chiave, la frase del premier “Gli idonei, in quanto idonei, non possono essere assunti, altrimenti gli idonei si chiamerebbero vincitori di concorso, quindi restano fuori dalle assunzioni” sembra davvero poco felice: se gli idonei, che preferiamo chiamare più correttamente iscritti alla graduatoria di merito (visto che mai nella legislazione scolastica primaria si usa il termine “idonei”), non avevano maturato nessuna aspettativa di assunzione (peraltro confermata a più riprese in tutti i documenti e le dichiarazioni governative dallo scorso settembre a giovedì scorso), che bisogno c’era di derogare alla normativa vigente?

Indubbiamente, per assumere tutti gli iscritti nelle Gae e far ripartire la macchina dei concorsi come unico canale di selezione del personale docente, era necessario derogare al Testo Unico. Ma era necessario derogarvi anche per espellere dal piano assunzionale la minoranza (circa 6mila iscritti alle graduatorie di merito contro le oltre 100mila assunzioni previste dalle Gae) che quell’assunzione se la era meritata proprio sul campo, nell’ambito del concorso?

Si tratta di una decisione così inspiegabile, che forse varrebbe la pena di riflettervi sopra.