L’educazione nello Stato Islamico/2: vietato Darwin

In attesa di informazioni sull’entrata in vigore della riforma generale voluta dal Califfo si può prendere come sua prima anticipazione la regolamentazione varata nella provincia di Raqqa, cui si è accennato nella precedente notizia.

La materie umanistiche (arte, storia, filosofia), le scienze sociali (sociologia, psicologia) e la musica sono state soppresse, mentre quelle scientifiche – la matematica e le scienze – risultano potenziate, come la grammatica araba, l’informatica e l’inglese (la lingua, non la letteratura).

Per quanto riguarda le scienze, però, viene eliminato ogni riferimento a Darwin e a qualunque teoria dell’evoluzione che non attribuisca tutto il creato all’opera di Dio. L’insegnante di scienze, viene precisato, deve suscitare negli studenti la consapevolezza che “tutte le leggi della fisica e della chimica dipendono dalle leggi stabilite da Dio all’atto della creazione”.

Della cultura moderna viene accettato e insegnato solo ciò che non mette in discussione la sottomissione (‘islam’ in arabo) alla volontà di Dio secondo una lettura tradizionalista del Corano. Un atteggiamento che può trovare qualche analogia, in Occidente, nel periodo della Controriforma, quando in nome dell’interpretazione letterale dell’Antico Testamento furono condannate le scoperte di Galileo Galilei sul sistema solare.

Come potremmo definire questo modello educativo? Medioevale, antiscientifico, premoderno? Certo, dobbiamo ricordare che anche nel Novecento dell’Europa sono comparse teorie aberranti come il materialismo dialettico e il razzismo, strettamente legate alla natura totalitaria dei regimi che le imponevano, riservando ai dissenzienti il gulag sovietico e i campi di sterminio nazisti.

Solo il ritorno della democrazia e l’affermazione del pluralismo hanno potuto rimuovere alla radice tali aberrazioni e i loro riflessi nei rispettivi sistemi educativi. Dobbiamo augurarci che anche nel vasto mondo di religione musulmana, che pure ha registrato nella sua storia stagioni di grande e libero sviluppo culturale e scientifico, il fondamentalismo islamista venga battuto e sia sostituito da modelli di organizzazione politica e sociale rispettosi delle diversità e soprattutto della libertà nel campo delle arti, della ricerca scientifica e dell’insegnamento.