Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Per una riforma della classe di concorso A037 Filosofia e storia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’email di Elisabetta Cappucci, a nome di circa 1300 docenti di filosofia e storia, che chiedono un ripensamento della loro classe di concorso, i cui margini di insegnamento, per le ragioni esposte nel testo sottostante, si vanno sempre più restringendo.

Invitiamo i lettori a commentare il contributo e a proporre nuovi temi di discussione, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

Siamo un gruppo di insegnanti (circa 1300) di filosofia e storia (cdc A037), di ruolo e a tempo determinato, abilitati e selezionati dalle SSIS, TFA o concorso, con numeri molto più bassi di altre cdc. Siamo consapevoli dell’altissima professionalità della nostra formazione, che ha potuto – attraverso quella splendida palestra che è la storia del pensiero filosofico – pensare il sapere in ambito interdisciplinare o addirittura transdisciplinare, dal momento in cui le nostre consulenze gratuite vengono richieste per le tesine finali, e questo ci riempie di soddisfazione. Molti di noi, pur non specializzati, hanno avuto la possibilità – in mancanza di cattedre sulla materia – di lavorare per anni nel sostegno di studenti con diverse abilità, e anche questa è stata un’occasione di ripensamento delle nostre strategie didattiche e pedagogiche enorme, oltre ad un’esperienza di altissimo valore umano.

Crediamo fermamente che inclusione e merito siano due concetti che non possono che coniugarsi insieme, perché non esiste merito dove si lascia qualcuno per strada, non si producono talenti se non attraverso la responsabilizzazione verso la differenza e la cultura della solidarietà. È in nome di questa responsabilizzazione che riteniamo giusto che le nostre professionalità siano valorizzate.

A tale scopo pensiamo sia opportuno modificare in parte le inutilmente rigide maglie delle attuali classi di concorso. Il cantiere aperto dal Ministro Giannini e dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi in occasione della riforma ci offre la possibilità di presentare il nostro punto di vista per migliorare la qualità dell’offerta didattica e allo stesso tempo risolvere il problema dello smaltimento delle graduatorie. Le proposte più immediate sono piuttosto semplici, ma anche facilmente realizzabili:

– L’assicurazione dell’insegnamento di storia e filosofia in tutti i licei esclusivamente alla classe di concorso A037 (ad oggi purtroppo in molte scuole tali ore vengono spartite fra la A036 e la A050).

– L’estensione alla classe di concorso A037 dell’insegnamento della storia negli istituti tecnici e professionali, che ci è attualmente preclusa per motivi inspiegabili, almeno nel triennio.

– L’estensione alla classe di concorso A037 dell’insegnamento della storia nel biennio degli istituti tecnici e professionali, visto che tali competenze (storia antica e altomedievale) erano richieste nel concorso a cattedra e visto che verosimilmente per conoscere la filosofia antica dobbiamo conoscere approfonditamente anche il contesto storico in cui è stata elaborata e trasmessa.

– Il ripristino delle 3 ore per la disciplina “storia” in tutti i licei, perché il valore strategico della conoscenza del proprio passato, delle strategie con cui sono stati risolti i problemi, degli errori che sono stati fatti, è talmente evidente da non aver bisogno di sottolineature.

– Il ripristino delle 3 ore per la disciplina “filosofia” nei licei linguistici, perché la connessione fra pensiero logico-concettuale, capacità di astrazione e competenze linguistiche è sottolineata da tutte le scuole pedagogiche, ed al centro dell’attuale dibattito filosofico, proprio in ordine all’origine delle nostre capacità cognitive. I colleghi che attualmente insegnano storia negli istituti tecnici e professionali, così come in molti licei, abilitati nella classe di concorso A050, non verrebbero danneggiati, perché le loro graduatorie sono in procinto di esaurirsi, anche grazie alle abilitazioni cosiddette “a cascata”, che per noi non erano possibili.

Non escludiamo, con questa proposta, ulteriori idee che possano valorizzare la nostra professionalità, garantita non solo dall’esperienza ma anche dalla severità del nostro percorso di studi. Potremmo lavorare in organico di rete nell’ambito dell’interdisciplinarietà, dell’inclusione della diversità, delle strategie per la razionalizzazione del metodo di studio. Molti di noi possiedono un dottorato di ricerca, e parlano in maniera fluente una o due lingue straniere: potremmo contribuire in occasione degli scambi culturali, dei confronti fra sistemi scolastici, nei progetti CLIL, o rafforzare la cinghia di trasmissione fra ricerca universitaria e diffusione delle innovazioni disciplinari a livello scolastico.

Inoltriamo questa proposta, fattibile a livello di semplice riorganizzazione, senza che ci risultino oneri aggiuntivi a carico del Ministero rispetto agli obiettivi della riforma, partecipando al dibattito aperto dal Presidente del Consiglio e dal MIUR. In attesa di un riscontro positivo, auguriamo buon lavoro a tutti coloro che – come noi – hanno a cuore il futuro della scuola italiana e del suo ruolo strategico nel Paese e in Europa.

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