Università, gli studenti dell’Udu denunciano tasse sempre più alte

Da quanto risulta dal rapporto annuale dell’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori le tasse universitari sono sempre più alte, soprattutto al Nord dove il divario rispetto alla media nazionale in prima fascia è di + 12,23%, una percentuale che  cresce fino al 12,89% se confrontata con le rette del Sud. “Da anni – sottolinea Gianluca Scuccimarra coordinatore dell’ Unione degli Universitari – denunciamo un aumento delle tasse universitarie tale per cui molte studentesse e studenti non possono permettersi di proseguire con gli studi universitari, un aumento che rende di fatto l’università elitaria ed esclusiva per chi se la può permettere“.

Tasse tanto alte – evidenzia – da bloccare il diritto allo studio e la possibilità d’accesso ai più alti gradi dell’istruzione così come dice la nostra Costituzione. A confermarlo il rapporto annuale dell’Osservatorio Nazionale di Federcosumatori che individua un aumento del 12,23% sulla media nazionale in prima fascia in particolare negli Atenei del Nord. L’aumento delle tasse – prosegue Scuccimarra – è la conseguenza diretta dei continui tagli alle nostre Università, tagli che costringono gli Atenei a far pesare i costi sulle spalle di noi studenti. E’ forse consentendo l’aumento indiscriminato delle tasse che si pensa di aumentare il numero di immatricolati e laureati che ad oggi è tra i più bassi d’Europa?

I costi per studiare – aggiunge – sono diventati insostenibili per le famiglie, il diritto allo studio ormai è quasi inesistente, siamo l’unico Paese che ha la vergognosa figura degli idonei non beneficiari: non possiamo più permetterci di non investire sull’istruzione e sull’università, è necessario ripartire dal diritto allo studio ed anziché mettere a rischio più di 50 000 borse con il patto di stabilità, aumentarle. Vogliamo solo studiare chiediamo solo di potercelo permettere: è indispensabile una riforma nazionale della tassazione – conclude Scuccimarra – che ponga limiti e paletti uniformi agli atenei italiani affinché non vi siano più questo genere di discriminazioni”.