Che fine farà l’organico funzionale?

Si era ipotizzato che il piano di assunzioni dei 148 mila precari previsto dalla ‘Buona Scuola’ potesse essere anticipato nella legge di stabilità 2015, in considerazione del fatto che quest’ultima doveva necessariamente disporne la copertura finanziaria.

Invece, il piano di assunzioni vero e proprio sarà definito con un apposito provvedimento legislativo che dovrà avere carattere di urgenza per consentirne l’applicazione in tempo utile per il prossimo anno scolastico. È pertanto possibile che a gennaio-febbraio vi sia un apposito decreto legge.

C’è tempo, dunque, per discutere e per decidere per qualificare quel piano e le sue finalità.

Nella tavola rotonda di Tivoli, organizzata dalla Cisl-scuola, l’on. Santerini ha affermato che prima occorre partire dai bisogni della scuola. Siamo d’accordo. È forse troppo tardi? No, se si vuole.

La Buona Scuola prevede che, per effetto di quelle assunzioni, verrà attivato l’organico dell’autonomia, un organico funzionale aggiuntivo al tradizionale organico di diritto che oggi viene definito sul fabbisogno delle cattedre e dei posti di insegnamento.

Si tratta di una risorsa professionale di grande potenzialità, capace di incidere radicalmente sull’offerta formativa e di qualificarla.

Si sa che servirà per abbattere le supplenze, ma, al di là di alcune destinazioni mirate (musica, educazione fisica, storia dell’arte) le sue finalità restano nella genericità di destinazione.

Addirittura il questionario della consultazione ignora completamente l’organico funzionale: nessuna domanda sul perché, sul come, sul dove e sul quanto.

Una assenza che stride con l’obiettivo della qualità e della scuola buona, come se la ragione dell’esistenza dell’organico funzionale fosse soltanto la supplenza.

Supplisco ergo sum.