Tutti a scuola, le iniziative di contorno all’avvio dell’anno scolastico

Dopo il dimezzamento dei distacchi sindacali disposto dalla riforma della Pubblica Amministrazione (legge 114/2014) che nel comparto scuola ha comportato il rientro in servizio dal settembre scorso di circa 400 docenti che svolgevano funzione di dirigenti nel sindacato, la legge di stabilità disporrà il rientro a scuola dal prossimo settembre di qualche centinaio o migliaio di insegnanti (forse nemmeno il Miur sa esattamente quanti sono) “al fine di contribuire al mantenimento della continuità didattica e alla piena attuazione dell’offerta formativa”.

Verrà abrogata la norma che prevedeva il distacco di docenti “presso gli enti e le associazioni che svolgono attività di prevenzione del disagio psico-sociale, assistenza, cura, riabilitazione e reinserimento di tossicodipendenti e alle associazioni professionali del personale direttivo e docente ed agli enti cooperativi da esse promossi, nonché agli enti ed istituzioni che svolgono, per loro finalità istituzionale, impegni nel campo della formazione e della ricerca educativa e didattica, possono essere assegnati docenti e dirigenti scolastici”.

Si tratta di insegnanti comandati o distaccati presso enti, associazioni e fondazioni, a volte a carico degli enti stessi. La decisione si pone in contraddizione con la prospettiva di “Valorizzazione delle associazioni professionali dei docenti”, considerate uno dei quattro elementi fondamentali della nuova formazione dei docenti (“Buona Scuola” pag 47). Dovranno rientrare in servizio anche i docenti distaccati, collocati fuori o comunque utilizzati presso amministrazioni pubbliche.

Si tratta di un piccolo segnale per cercare di ridare un po’ di stabilità e meno precarietà al sistema.

Da una prima lettura era sembrato che il rientro riguardasse anche i 150 docenti distaccati presso l’amministrazione scolastica centrale o periferica dove svolgono un ruolo sostitutivo prezioso, ma, anche per loro, non è detta l’ultima parola.