Chi ha una vera passione per l’insegnamento non teme la mobilità

Sul tema della possibile mobilità per alcune delle 148.100 immissioni in ruolo annunciate per il prossimo settembre, riceviamo e volentieri pubblichiamo la testimonianza inviata dal lettore Fabio, che contrasta con quella radiofonica di cui avevamo parlato all’indomani della diffusione del piano governativo “La Buona Scuola” (cfr. Precari: la conservazione della specie che non piace alla gente).  

Invitiamo altri lettori interessati a intervenire sull’argomento, o a offrire nuovi spunti di dibattito, a scriverci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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A proposito della mobilità per ottenere il ruolo

Buongiorno, ho superato il concorso a cattedra 2012 ed ultimamente leggo molte polemiche circa la possibilità di ottenere il ruolo solo con una eventuale mobilità geografica. A tal proposito vorrei raccontare una storia.

Quando ero piccolo (molto piccolo) e fino a 6 anni di età, mia madre, per insegnare, fu costretta ad “emigrare” a Monza. Noi 3 figli (io ero il più piccolo) rimanemmo a Lecce con mio padre e mia nonna. Mia madre il Venerdì sera partiva in treno, viaggiava la notte ed arrivava la mattina del sabato (suo giorno libero) per stare con noi. La domenica sera ripartiva per Monza. Questo ogni santissima settimana… E per me, ogni treno che vedevo, era “il treno della mamma.”

Quando avevo 6 anni fu trasferita giù. Ma il Salento è grande, così per tanti anni fu mandata da un paese a un altro del tacco d’Italia. Partiva la mattina presto e per molto tempo fu costretta a fare 60km all’andata e 60 al ritorno su strade che non sono le strade di oggi, su un’auto che non era un’auto di oggi (una 500 gialla)… Non vi racconto la fine un po’ triste di questa storia, ma questo è solo per dire, a chi crede che essere assunto con la mobilità sia un sacrilegio ed un’offesa, che i nostri genitori, di sacrifici per noi ne hanno fatti pure troppi. E noi non siamo capaci di farne nemmeno un decimo…

Saluti

Fabio