Tuttoscuola: Non solo statale

Paritarie: si salvano solo le più innovative

Vogliamo proprio andare dritti verso un monopolio assoluto della scuola da parte dello Stato? Così sta avvenendo perché le scuole private (5%) stanno sparendo. Per sopravvivere, mentre l’offerta statale è rigidissima, le paritarie più agguerrite ne inventano una più adeguata ai tempi. E sopravvivono solo se inventano servizi migliori che ovviamente si devono far pagare“.

Così Attilio Oliva, presidente di TreeLLLe, think tank che studia il mondo dell’istruzione, e del Biac education committee dell’Ocse, commenta in una dichiarazione inserita dall’Adnkronos in un ampio servizio dedicato al fenomeno, il successo conseguito dalle scuole paritarie che per sconfiggere la crisi e conquistare nuovi iscritti hanno puntato sull’innovazione, pur richiedendo alle famiglie rette elevate, dell’ordine di 6000 euro.

Si tratta dunque di eccezioni riservate a chi ha maggiori disponibilità economiche, fa presente Oliva. “Se vogliamo un sistema pluralistico, lo Stato deve tirare fuori i soldi”, altrimenti si alimenteranno sempre più le disuguaglianze.

In Italia quando si parla di scuole pubbliche si intendono solo le statali, prosegue il presidente TreeLLLe, che al problema ha dedicato una delle sue ultime pubblicazioni, mentre all’estero non è così: “Pubblico vuol dire finanziato dallo Stato e non necessariamente gestito da soggetti statali”. Lì la presenza delle paritarie è nell’ordine del 15% o del 30%, con il caso limite dell’Olanda con il 70% di scuole private totalmente finanziate dal pubblico.

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