Prof lesbica a Trento, tutti i passi della (triste) vicenda

Sta suscitando una vasta eco sulla stampa e nell’opinione pubblica la vicenda dell’insegnante di un istituto privato di Trento sarebbe stata licenziata perché ‘sospettata’ di essere lesbica. A innescarla l’articolo di Repubblica di sabato 19 luglio Gay, la denuncia delle associazioni: “A Trento docente scuola epurata perché lesbica”, che riprende la denuncia delle associazioni Arcilesbica nazionale, Agedo nazionale, Equality Italia e Famiglie arcobaleno, secondo le quali la donna sarebbe stata chiamata a fornire informazioni sul  proprio orientamento sessuale e ad affrontare un percorso di “riabilitazione”, pena il mancato rinnovo del contratto, circostanza poi avvenuta.

Domenica 20 luglio è giunta la presa di pozione del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che ha dichiarato: “Il Miur valuterà il caso di Trento con la massima rapidità e con un confronto chiaro e doveroso con le parti coinvolte. In queste ore sto raccogliendo gli elementi utili a comprenderne tutti gli aspetti. Laddove ci trovassimo di fronte ad un caso legato ad una discriminazione di tipo sessuale agiremo con la dovuta severità“.

Molto critici sulla vicenda i commenti del sottosegretario alle Riforme del Governo Renzi, Ivan Scalfarotto: “Una valutazione definita di carattere etico-morale ha indotto la direttrice dell’Istituto ‘Sacro Cuore’ di Trento a non rinnovare il contratto ad una insegnante lesbica. Insegnante ritenuta del tutto adeguata e irreprensibile sotto il profilo professionale. Penso che una valutazione di carattere giuridico-civile debba impedire questa inconcepibile violazione del principio di eguaglianza e del divieto di discriminazione sancito dalla Costituzione, dalle convenzioni internazionali e dalle leggi. Peraltro come ho avuto occasione di dire al Ministro Giannini e al sottosegretario Reggi, il fatto che questo Istituto paritario riceva contributi pubblici rende ancora più intollerabile questa tristissima vicenda“, e del segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo: “È l’ennesimo episodio di discriminazione e di violazione della dignità delle persone in Istituti paritari che colpisce tutto mondo della scuola. Il licenziamento deve essere revocato e in quell’istituto devono essere ripristinati i diritti civili e sociali. In caso contrario oltre alle iniziative legali chiederemo di revocare i finanziamenti pubblici“.

Il capogruppo alla Camera di Sel Arturo Scotto, annunciando un’interpellanza al governo, chiede alla ministra Giannini un’ispezione urgente alla scuola: “La ministra Giannini afferma che qualora fosse vera la vicenda, il Miur agirebbe con severità nei confronti di quella scuola, che riceve fondi pubblici. Benissimo, invii immediatamente un’ispezione in quella  scuola (dove peraltro oggi viene diffusa la terza difforme versione della vicenda)  dove sarebbe stata compiuta questa ferita alla legalità repubblicana: discriminare in base all’orientamento sessuale è contro il dettato costituzionale e contro ogni principio democratico”.

Chiede cautela invece Elena Centemero, responsabile nazionale Scuola e Università di Forza Italia: “Nel commentare l’incresciosa vicenda che avrebbe interessato una docente e la scuola di Trento ove insegnava, pur comprendendo le reazioni di questi giorni, è necessaria estrema cautela: quando si tratta di fatti ancora da verificare, il condizionale è d’obbligo“. La parlamentare peraltro rivolge un plauso alla ministra Giannini “per aver assicurato massima rapidità nella valutazione del caso, con un confronto con le parti coinvolte“. Centemero sottolinea che “questa situazione sembrerebbe chiamare in causa alcuni principi che Forza Italia sostiene da sempre: la libertà di scelta educativa delle famiglie, da un lato, e il rispetto delle persone e la non discriminazione, dall’altro. Auspichiamo perciò che si faccia la dovuta chiarezza nella tutela di tutte le parti coinvolte, perché questo é l’unico modo per garantire il vivere sociale e civile“, conclude la deputata.

Infine oggi lunedì 21 luglio, il quotidiano Repubblica intervista l’insegnante di Trento (“Io, umiliata dalle suore. I gay in quella scuola sono considerati solo malati da curare”). La testimonianza è davvero sconcertante e presenta fatti di rara gravità, sulla verità dei quali è importante fare tempestivamente piena luce.