Graduatorie: le acrobazie numerologiche del Miur

Le graduatorie di istituto per il conferimento delle supplenze prevedono tre fasce: la prima contiene gli aspiranti inseriti nella graduatoria ad esaurimento (Gae) per la stessa classe di concorso cui si riferisce la graduatoria di circolo o d’istituto. In seconda fascia sono collocati gli aspiranti non inseriti nella corrispondente graduatoria a esaurimento ma forniti di specifica abilitazione o idoneità. In terza fascia infine entrano gli aspiranti forniti di titolo di studio valido per l’accesso all’insegnamento richiesto, ma privi di abilitazione.

Fino all’anno scorso chi stava in prima o seconda fascia aveva le maggiori probabilità di ricevere una supplenza. Ma anche diverse decine di migliaia di ‘terze fasce’ ottenevano egualmente un posto. Dal 2014-2015 il panorama cambia profondamente perché in seconda fascia approderanno i neoabilitati che hanno frequentato nel corrente anno accademico i TFA (circa 20.000) e i PAS (tra 50 e 60mila). Questi ultimi hanno ottenuto in extremis di essere inseriti in seconda fascia se conseguono il titolo entro il 31 luglio 2014.

La seconda fascia diventerà dunque molto più numerosa, ma la sua composizione non sarà omogenea: per la scuola secondaria ne faranno parte gli abilitati ‘storici’ ante SSIS, gli abilitati SSIS (sissini) e quelli che hanno conseguito il titolo tramite i TFA (tieffini) e i PAS (passini). Categorie che assomigliano agli strati geologici, ciascuna ad indicare una tappa della mancata soluzione del problema del reclutamento.

E’ questa disomogeneità che ha indotto il Ministero dell’istruzione a differenziare i punteggi, nel tentativo di proteggere i ‘vecchi’ abilitati e soprattutto i tieffini dalla concorrenza dei più numerosi passini. Una ridda di punteggi e sottopunteggi (fino a 72, con un pulviscolo di micropunteggi aggiuntivi da 1 a 6 per titoli aggiuntivi, fino ai 12 per il dottorato di ricerca) che ha però finito per sconcertare e scontentare un po’ tutti. I sindacati hanno deciso unitariamente di cavalcare lo scontento impugnando il decreto che assegna tali punteggi per ‘illegittimità’ (serviva un regolamento, dicono). Ma non è chiaro che cosa contropropongono nel merito, se non di essere coinvolti nella trattativa per la ridefinizione dei punteggi. Ma come evitare di scontentare qualcuno in una situazione di evidente conflitto di interessi e aspettative? Trovare una soluzione equa non sarà facile.