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Disabilità nella scuola: al Nord meno sostegno che al Sud

Gli studenti disabili del Nord hanno meno diritti di quelli del Sud. E’ quanto emerge da un dossier di Tuttoscuola (scaricabile gratuitamente da questa pagina) , che pubblica la mappa aggiornata del sostegno ai disabili nella scuola italiana.

In questi anni sono entrati in ruolo, in proporzione, molti più docenti di sostegno nel Meridione che nel resto del Paese (52% dei posti di insegnante di sostegno assegnati al Sud, che ha solo il 40% di alunni disabili).

Nell’anno scolastico 2009-10 gli alunni disabili inseriti nelle scuole statali di ogni ordine e grado hanno superato le 181mila unità (il 2,3% della popolazione studentesca), con un incremento di oltre 5mila rispetto all’anno precedente.

Nel 1995-96, con una popolazione scolastica complessiva superiore a quella attuale, gli alunni con disabilità erano 108mila. In quindici anni sono aumentati di quasi il 70%.

I docenti di sostegno, che in quell’anno erano 35mila, sono diventati ora più di 90mila, con un incremento superiore al 150%. Allora vi era un docente di sostegno ogni tre alunni disabili; oggi c’è un docente ogni due.

E’ cresciuto molto negli ultimi 10-15 anni lo sforzo dello Stato verso un settore che sotto molti aspetti rappresenta un fiore all’occhiello della scuola italiana (in pochi Paesi si realizza un livello di integrazione e di assistenza degli studenti con disabilità pari al nostro). Ormai l’Italia investe circa 3 miliardi di euro l’anno solo per il personale di sostegno, schierando un esercito di 90 mila insegnanti specializzati (più degli psicologi – stimati in 70 mila – e dei pediatri – stimati in 14 mila – messi insieme). Una specializzazione che si ottiene frequentando un semestre aggiuntivo all’università, per 400 ore totali. E non sempre la preparazione è all’altezza: per gli alunni con disabilità visiva, ad esempio, non è raro imbattersi in docenti di sostegno che non conoscono l’uso del Braille, la particolare scrittura per ciechi.

Ma come vengono spesi questi soldi? L’investimento è uniforme sul territorio nazionale o vi sono disparità? Dalle analisi di Tuttoscuola, che ha elaborato gli ultimi dati del ministero dell’Istruzione relativi all’anno scolastico 2010-11, emergono squilibri sorprendenti.

Ci sono più studenti disabili al Centro e nel Nord Ovest, ma lo Stato destina gli insegnanti di sostegno (a tempo indeterminato o precari) soprattutto al Sud e nelle Isole. E tra questi offre posti stabili (immissioni in ruolo a tempo indeterminato) molto di più proprio al Sud e nelle Isole che nel resto del Paese: il 52% dei posti fissi sono assegnati infatti nel Meridione, che ha solo il 40% degli alunni disabili.

Se si aggiunge che ormai per entrare in ruolo nella scuola il canale del sostegno è quello che offre le maggiori possibilità (il 50% delle nuove immissioni in ruolo negli ultimi due anni è avvenuto su posti di sostegno), desta ulteriore sorpresa che ci sia uno squilibrio così marcato. Tra l’altro dopo 5 anni si può chiedere (e molti lo fanno) di passare alle cattedre ordinarie.

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