Tutto il 2017 della scuola, dalla A alla Z. Parte II

Homeschooling

(Agosto). L’homeschooling (istruzione parentale) è una realtà poco nota e scarsamente diffusa soprattutto in Italia, anche se i dati dimostrano un aumento, sempre molto contenuto, delle famiglie italiane che decidono di istruire a casa i propri figli, senza iscriverli a scuola. Nel mondo la situazione è un po’ diversa, soprattutto nell’area linguistica anglosassone, con circa 70 mila bambini in Inghilterra, 60 mila in Canada, e 2 milioni negli Stati Uniti. Bambini che invece di frequentare la scuola, vengono istruiti in casa dai propri genitori o, in apposite strutture, da insegnanti/tutor assunti da gruppi di genitori non interessati a costituire scuole che siano soggette a controlli pubblici di alcun tipo. 
Nel mese di agosto Tuttoscuola pubblica una ampia intervista a Erika Di Martino, pioniera italiana dell’esperienza dell’homeschooling e appassionata promotrice di questa proposta formativa. L’intervista può essere letta qui: https://www.tuttoscuola.com/homeschooling-erika-martino-perche-miei-figli-non-vanno-scuola/.

Invalsi

(Maggio). L’Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema d’Istruzione (INVALSI) rafforza sempre più la sua funzione nella scuola italiana, anche se non mancano contrasti alle rilevazioni nazionali condotte.
La partecipazione alle annuali rilevazioni che l’Invalsi conduce in classi della scuola primaria (seconde e quinte) e secondaria di II grado (classi seconde) ha registrato le consuete percentuali elevate, anche se non sono mancate, soprattutto nel Lazio e a Roma, tentativi di contrasto da parte dei sindacati di base e di alcune organizzazioni degli studenti.
La sede dell’Invalsi, in via Ippolito Nievo a Roma, è stata oggetto di una bravata di 4 o 5 giovani mascherati che nell’atrio di ingresso hanno lanciato uova, diversi fumogeni da stadio e palloncini-gavettoni pieni di vernice colorata.
All’esterno hanno attaccato tre o quattro manifesti con scritte del tipo “Non ci piegheremo alle vostre crocette”, “la nostra generazione fuori dai vostri schemi”, firmati da “generazione ribelle”.
Sul posto sono intervenuti agenti di polizia per i rilievi e per l’eventuale accertamento di elementi che possano consentire di individuare i ragazzi responsabili della bravata. 
Il gesto si inquadra probabilmente nell’attuale clima di opposizione radicale che, soprattutto in taluni ambienti sindacali della capitale, si vive nei confronti delle rilevazioni degli apprendimenti gestite dall’Invalsi.  
A chi dà fastidio la valutazione comparativa?

Inclusione

(Aprile). Tra gli otto decreti legislativi approvati dal Governo in attuazione della delega prevista dalla legge 107/2017, vi è anche il d.lgs. n. 66/2017 che regolamenta le norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità.
Tra gli altri interventi, il decreto prevede che Ciascuna istituzione scolastica, nell’ambito della definizione del Piano triennale dell’offerta formativa, predispone il Piano per l’inclusione che definisce le modalità per l’utilizzo coordinato delle risorse, compresi  il  superamento  delle  barriere  e l’individuazione dei facilitatori del contesto di riferimento nonché per progettare e programmare gli interventi di miglioramento della qualità dell’inclusione scolastica.  Prevede un Corso di specializzazione in pedagogia didattica speciale per le attività di sostegno didattico nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria.
Prevede anche che le istituzioni scolastiche, nell’ambito della definizione del piano di formazione inserito nel Piano triennale dell’offerta formativa, individuano le attività  rivolte  ai  docenti,  in particolare a quelli delle classi in cui sono presenti bambini, alunni studenti con disabilità certificata.
Rispetto alla previsione della delega, il decreto ignora sostanzialmente la previsione di assicurare la continuità didattica a favore dei disabili mediante la permanenza prolungata in sede del docente di sostegno.
Discontinuità didattica, un brutto neo.

Jus soli/culturae

(Giugno). Arriva in Senato la legge sullo jus soli, più propriamente definibile come jus culturae per il fatto che prevede il diritto di chiedere la cittadinanza italiana, privilegiando la via scolastica: a) ai minori stranieri nati in Italia – o arrivati entro i 12 anni – che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico (cioè la scuola primaria o quella secondaria di primo grado), e b) ai minori nati all’estero ma che siano arrivati in Italia fra i 12 e i 18 anni, vi abbiano abitato per almeno sei anni e abbiano superato un ciclo scolastico.
La legge, già approvata dalla Camera due anni fa, incontra al Senato una durissima opposizione soprattutto ad opera della Lega, che provoca anche un parapiglia nel quale resta infortunata la ministra Fedeli, e subisce una serie di rinvii che ne rendono ardua se non impossibile  l’approvazione definitiva entro la fine della legislatura.
Eppure si tratta di una legge di civiltà, che avrebbe dovuto ottenere un consenso politico e parlamentare ben più ampio anche perché, come sa chi conosce la scuola italiana, i minori stranieri che vi approdano (compresi quelli più grandicelli) si integrano in genere con grande facilità con i compagni italiani, e quasi sempre si identificano con la lingua, i costumi e le regole della nostra comunità nazionale.
Occasione perduta, problema aperto.   

Liceo Virgilio

(Ottobre). Il liceo Virgilio di Roma, una prestigiosa scuola della capitale, è nuovamente al centro di polemiche negli ultimi mesi dell’anno. 
Il liceo romano che già due anni fa aveva fatto parlare di sé per una lunga occupazione sfociata anche in alcuni fermi e sequestri di droga, a ottobre torna agli onori della cronaca per un crollo parziale di un tetto e per una successiva occupazione della scuola.
L’occupazione si trasforma però in una specie di rave party con danneggiamenti vari. Ripresa l’attività, alcune settimane dopo sono state fatte esplodere nel cortile della scuola due bombe-carta, come era già successo nel giugno scorso quando altre bombe carta avevano mandato in frantumi vetrate della palestra.
La nuova dirigente scolastica, ritenuta colpevole per avere denunciato il clima di intimidazione e la minimizzazione degli episodi da parte di una minoranza di genitori, si trova al centro delle accuse in un incredibile ribaltamento di responsabilità per una presunta lesione di immagine del liceo romano.
La gravità della occupazione, dei danneggiamenti e delle bombe-carta è messa da parte per far posto alle accuse verso la dirigente che comunque riceve la solidarietà del mondo della scuola romana.
In una trasmissione di Porta a Porta l’ex-presidente del consiglio di istituto denuncia la “cupola” del Virgilio (una minoranza di genitori della Roma bene) che l’aveva costretta a dimettersi.
Quando la responsabilità viene capovolta.

Macron

(Maggio). In Francia l’europeista Emmanuel Macron stravince il ballottaggio con la sovranista Marine Le Pen.
La personalità e la stessa biografia del trentanovenne presidente francese Macron, un ‘primo della classe’ determinato e anticonformista, con alle spalle studi di filosofia, economia e amministrazione, diplomato all’ENA, funzionario pubblico e poi manager privato di alto livello, fanno pensare che egli si sia formato ispirandosi agli esponenti dell’intelligentsia francese (termine nato proprio in Francia) più aperta all’Europa, da Montaigne a Voltaire e Montesquieu per arrivare a Schuman e a Delors.
Macron, come egli stesso riconosce nella sua autobiografia-manifesto politico intitolato Rivoluzione, pubblicato all’inizio della campagna che l’ha condotto all’Eliseo, deve tutto alla scuola, agli studi compiuti, a quella tradizione culturale europea e transnazionale che trova in Erasmo da Rotterdam il suo antesignano: un profeta disarmato della tolleranza, del dialogo interculturale, del superamento delle barriere nazionali e nazionaliste, oggi sovraniste, al cui nome giustamente è stato intitolato il programma europeo Erasmus, acronimo di “European Region Action Scheme for the Mobility of University Students”.
Grandeur europeista.

Mobilità docenti

(Gennaio-dicembre). La Buona Scuola ha introdotto nuove regole, a dir poco rivoluzionarie, sulla mobilità del personale scolastico, prevedendo innanzitutto l’assegnazione all’ambito territoriale con esclusione dei trasferimenti da scuola a scuola, e disponendo, successivamente, la chiamata dallo stesso ambito alla singola scuola.
Con i sindacati scuola sul piede di guerra (alcuni pretendevano l’abrogazione delle nuove norme), la ministra Fedeli ha affrontato la contrattazione integrativa sulla mobilità con l’obiettivo di pacificare gli animi e riprendere normali relazioni sindacali, senza sacrificare sull’altare dell’accordo la legge 107.
L’accordo ha congelato per il 2017-18 l’applicazione delle norme. Alla vigilia di Natale quell’accordo è stato confermato anche per il 2018-19.
Alla fine, quindi, la battaglia (non la guerra) contro le sgradite norme della 107 l’hanno vinta i sindacati.
Ha vinto anche la ministra che senza intaccare la legge è riuscita a pacificare il personale della scuola e i sindacati.
A perdere per ora è stata soltanto la legge, rimasta chiusa nel congelatore e impossibilitata a fare valere le sue innovazioni.
Con il prossimo governo quelle rivoluzionarie disposizioni che avevano ribaltato il sistema, prevedendo che fossero le scuole a scegliere gli insegnanti, anziché questi ultimi a scegliere le scuole, verranno scongelate o saranno definitivamente archiviate senza appello?
In una scuola incline alla conservazione non c’è molto spazio per il cambiamento.
La mobilità congelata.

Nascite

(Gennaio). Continua inesorabile il calo delle nascite. Nel 2016 si è toccato il record negativo di nati: sono stati 473.438 i nati nel 2016 (-12mila sul 2015).
In base alle rilevazioni del bilancio demografico periodico dell’Istat, il 2017 si chiuderà certamente con una ulteriore flessione delle nascite.
Dall’inizio del millennio ad oggi il calo è stato circa del 12%.Le cause di questa flessione demografica sono diverse e complesse. La crisi economica ha indubbiamente il suo peso, ma anche nuovi costumi sociali (diminuzione dei matrimoni, mobilità lavorativa, ecc.) influenzano il fenomeno.
Il calo del tasso di fecondità (numero nati per donna) è lo specchio di quanto sta avvenendo, anche per quanto riguarda le donne straniere.
I nati stranieri non integrano più il calo costante dei nati italiani, mentre il fenomeno migratorio sta invertendo le tendenze: meno ingressi in Italia e più uscite di stranieri verso altri Paesi.
Il primo settore della società ad essere investito dal calo demografico è quello dei servizi per l’infanzia, nidi e scuole. I gestori privati, più di quelli pubblici, sono in crisi per perdita di utenza, ma alla lunga anche la scuola risentirà della flessione demografica con calo di alunni e chiusura di classi.
Cambiamenti epocali richiedono svolte epocali.

Occupazioni studentesche

(Autunno). Fino a qualche anno fa si diceva che l’autunno significava caduta delle foglie e occupazione delle scuole da parte degli studenti.
Ora non più: le foglie continuano a cadere, ma le occupazioni diventano più rare. Da qualche anno si assiste ad un calo del numero delle occupazioni e della loro forza partecipativa.
A quanto riferiscono i diversi siti degli studenti, sono in calo non solo le occupazioni (sempre illegali) ma anche le autogestioni (legali).
L’occupazione del liceo Virgilio di Roma è stata un po’ un’eccezione, tra l’altra poco onorata dalla modalità di svolgimento.
Ma anche le manifestazioni esterne degli studenti, in qualsiasi modo avvengono, hanno perso consistenza rispetto a un decennio fa, per non parlare dell’epoca degli anni 70-80.
Mancano i motivi della protesta o le tradizionali forme di manifestazione hanno perso consistenza?
Una cosa è, comunque, certa: gli studenti hanno trovato un’altra forma di esternazione del dissenso e della critica: Facebook, meno appariscente ma fortemente aggregante.
Restare nella legalità.

Portfolio dei dirigenti

(Ottobre-novembre). I dirigenti scolastici sono alle prese con la compilazione del portfolio, uno strumento che, registrando attività dirigenziali svolte, dovrebbe servire anche alla loro valutazione in funzione della retribuzione di risultato.
Il Miur ha predisposto indicazioni e linee guida per la compilazione, in considerazione anche della novità di questo strumento.
Si registrano resistenze alla compilazione sull’onda della protesta emersa nella manifestazione di maggio dei dirigenti scolastici che, a fronte del carico di responsabilità e del peso di ‘vessazioni’ burocratiche, chiedevano un adeguato riconoscimento retributivo.
Il Miur decide di rimandare di un anno l’utilizzo del portfolio ai fini valutativi, ma ne richiede comunque la compilazione.
Molti dirigenti non procedono alla compilazione e resistono ai nuclei di valutazione preposti alla loro valutazione.
Il Miur non fornisce dati ufficiali, ma si stima che complessivamente abbiano proceduto alla compilazione non più del 70% dei dirigenti; il restante 30%, seguendo le indicazioni sindacali, ha scelto di non compilarlo in segno di protesta.
Resistenza passiva.

Permessi mensili Legge 104

(Luglio). L’inchiesta di Tuttoscuola sulle precedenze nei trasferimenti, ottenute grazie alla legge 104, richiama l’attenzione su un fenomeno parallelo: i permessi mensili per l’assistenza a familiari.
Durante la trasmissione di Zapping dedicata, appunto, all’utilizzo della 104 per ottenere i trasferimenti, tutti gli interventi dei radioascoltatori hanno riguardato il fenomeno dei permessi della 104, anziché la questione della mobilità. Un medico toscano ha riferito che nel suo presidio ospedaliero si avvalgono della 104 per i permessi mensili 23 infermieri su 24!
Come è noto, per assistere un familiare disabile la legge consente ogni mese ai dipendenti tre giorni di permesso retribuito, nel corso dei quali il dipendente assente non viene sostituito.
Virtualmente non vi è, dunque, costo vivo per quelle assenze, ma l’organizzazione del servizio ne risente con carichi di lavoro distribuiti sui colleghi presenti.
Proprio per questo i permessi – che sono un diritto sacrosanto previsto dalla 104 – non possono essere utilizzati se non per lo scopo voluto dalla legge. 
Ma da diverse parti se ne chiede il controllo per evitare che il loro eventuale uso fraudolento si scarichi sul servizio pubblico con possibile compromissione della sua funzionalità.
La ministra dell’Istruzione Fedeli, sull’onda del clamore suscitato dall’inchiesta di Tuttoscuola sul ricorso abnorme delle precedenze per ottenere il trasferimento, ha promesso controlli sull’impiego della 104, chiedendo all’Inps e al Ministero della Salute di costituire un tavolo comune per le azioni di monitoraggio, controllo e (speriamo) di dissuasione.
Sarebbe opportuno prevedere che la documentazione aggiornata di disabilità del familiare e di titolarità del diritto alla fruizione dell’assistenza sia prodotta in originale e in supporto cartaceo e messa a disposizione della scuola che concede i permessi mensili.
Il paese dei furbetti.

Patto educativo

(Novembre). A dieci anni dall’emanazione del primo ‘Patto educativo di corresponsabilità’ voluto nel 2007 dall’allora titolare di viale Trastevere Giuseppe Fioroni, lo stesso ex ministro, insieme alla ministra in carica Valeria Fedeli, avviano un tavolo tecnico per la revisione di quel testo “coerentemente con i cambiamenti in atto nella società contemporanea”. Le revisioni, studiate con il concorso dei rappresentanti dei Forum delle associazioni dei genitori e degli studenti, riguardano l’estensione del Patto alla scuola primaria, una maggiore chiarezza del procedimento sanzionatorio, e il miglioramento e rafforzamento della comunicazione fra scuola e famiglia e fra scuola e studenti.
Alla base di questi “aggiustamenti”, come sono stati definiti, “restano i principi informatori di legalità, condivisione e convivenza tra le parti, affinché si possa migliorare la comunicazione tra giovani, famiglie e scuole e rafforzare la partecipazione responsabile di tutti i soggetti di fronte alle nuove sfide educative”.
Fedeli annuncia che la nuova versione del Patto sarà apprestata entro gennaio. 
Per sottolineare l’importanza del “principio di collaborazione e dialogo tra tutte le componenti della comunità scolastica” il nome del ‘Patto Educativo di Corresponsabilità’ sarà cambiato in ‘Patto di Corresponsabilità Educativa’.
“Il patto educativo si è rotto!” (Papa Francesco).

Leggi le altre parti del 2017 della scuola
Tutto il 2017 della scuola dalla A alla Z, parte I
Tutto il 2017 della scuola dalla A alla Z, parte III